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martedì 27 ottobre 2009

Cagliari - Sfatato il tabù 'Sant'Elia'


Non c'è due senza tre, come recita un vecchio adagio e sia il Cagliari che il Genoa erano chiamati a smentire coi fatti, le ultime due cocenti sconfitte consecutive: i rossoblù sardi, reduci dal doppio insuccesso in campionato contro due dirette concorrenti per la salvezza, Chievo e Catania; i rossoblù liguri, tritati in campionato dall'Inter e in Europa League dai francesi del Lille.
Nessuna delle due squadre poteva permettersi un ennesimo passo falso, pena la dimostrazione di una ventilata crisi, ma a farne le spese per fortuna del Cagliari e del pubblico del "Sant'Elia", che ha potuto assistere alla prima agognata vittoria dei propri beniamini tra le mura amiche, sono stati i Grifoni di Gasperini. Partita non bella, che ha visto il Genoa snaturare la propria indole offensiva cammuffando l'abituale 3-4-3 con il dispiego sul terreno di gioco di una difesa a quattro e il Cagliari offrire una prestazione buona sul piano fisico ma deludente dal punto di vista del gioco, col solo Cossu in grado di smuovere le acque.
Alla fine dei giochi tra i due strateghi, Gasperson e Max Allegri, è stato quest'ultimo a tirare un sospiro di sollievo e a riprendersi, con il consueto garbo che lo contraddistingue, la propria panchina che certa critica gli aveva già tolto da sotto il fondoschiena. Il tecnico livornese ha visto premiata la grinta e la voglia di rivalsa di alcuni suoi giocatori, rispolverati dal dimenticatoio, come: Biondini che ha offerto una prestazione eccellente impreziosita dal gol del momentaneo 1 a 1; Lazzari, lui che dà il meglio di se come mezzapunta ricca di fantasia, viene sacrificato da mezzala per dare qualità a un centrocampo di incontristi, orfano di Fini e col Genoa ha siglato con abilità il gol del trionfo; Nenè, il centravanti brasiliano, acquistato per non far rimpiangere Acquafresca, dopo il gol vittoria col Bari era tornato in panchina ma domenica con grande carisma ha sottratto il pallone a Matri e ha realizzato un rigore, calciato a fil di palo con estrema freddezza e maestria, riagguantando così i liguri, sul 2 a 2; oltre ai marcatori citiamo Canini che, accantonato nelle prime giornate del torneo si sta man mano ritrovando e domenica si è disimpegnato alla grande da terzino destro (già visto contro l'Inter quando Allegri lo aveva scambiato di posizione con Marzorati), nonostante abbia sempre giocato da centrale e in questo ruolo sia considerato uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano.
Insomma nella nona giornata di serie A, a far la differenza sono stati non i soliti Jeda, Cossu o Conti (che pure è andato vicino al gol, con un bolide di punizione, che ha impattato contro la traversa ed è rimbalzato sul terreno di gioco), ma altri ottimi elementi, sui quali Allegri ha capito di poter contare, perché a disposizione ha un gruppo di uomini veri che conoscono il proprio valore e con lodevole abnegazione, dimostrano sul campo di potersi rendere utili alla causa della salvezza rossoblù, senza inutili sfuriate davanti alle telecamere o interviste al vetriolo sulla carta stampata.
Continuando di questo passo, col piglio messo in campo col Genoa e recuperando psicologicamente altri uomini come Barone (e magari Larrivey), Allegri sa che traghettare il Cagliari ad una nuova stagione nella massima serie sarà pur arduo per via della concorrenza agguerrita ma il gruppo è unito e rema dalla sua parte, quindi l'obiettivo non è affatto irrealizzabile.

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